domenica 18 marzo 2012

Potterville: il Premier ha fatto 13!


Non c'è che dire: il nostro Presidente è proprio fortunato, come si suol dire ha fatto 13! Merito della squadra: Emilio Fede organizzatore delle feste, Lele Mora, futuro parlamentare (tanto decidono loro quale monnezza far sedere sugli scranni), procacciatore delle donne, Nicole Minetti addestratrice delle medesime (anche lei un posto al Parlamento assicurato).
Lo so che non è una cosa seria, che in Italia non esistono gli scandali perché se esistessero le persone coinvolte si dimetterebbero. Lo so che siamo un paese ormai in fase di stallo e in caduta libera su tutti i fronti, soprattutto quello culturale. Lo so che non vediamo alcun rimedio all'orizzonte. Ma qui parliamo di minori. Di ragazzine che si prostituiscono. Non è una cosa da nulla. Noi immaginiamo Ruby così:


Una bella donna che scende da una Ferrari, ma in realtà all'epoca dei fatti Ruby aveva un aspetto adolescenziale. Più o meno così


Insomma.... a me viene il voltastomaco. Questo scandalo ci butta in faccia una realtà che è sempre esistita: i ricchi e i potenti fanno quello che vogliono in barba alle leggi. Avete mai sentito un ricco salire sulla sedia elettrica negli Stati Uniti? No. Forse perché non commettono reati? Li commettono. Ma la Legge, si sa, non è uguale per tutti.
La Libia, l'Egitto, la Tunisia hanno una possibilità. Io non dico di arrivare a tanto... ma cavolo nemmeno a stare braccia conserte! 
Vi propongo un articolo preso dalla rete.

Ruby: 13 volte sesso con Berlusconi



Ruby ha fatto sesso con Berlusconi per 13 volte. Lo sostiene la Procura di Milano. L’allora minorenne marocchina e 32 altre ragazze, maggiorenni, sarebbero state indotte alla prostituzione.
Per quanto riguarda Ruby il coinvolgimento parte dal settembre 2009, quando la ragazza marocchina era ancora solo 16enne, sino al maggio 2010. La Procura di Milano ha così chiuso le indagini nei confronti del consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti, dell’imprenditore Lele Mora e del direttore del Tg4 Emilio Fede, tutti accusati di favoreggiamento e induzione della prostituzione di ragazze maggiorenni ed anche della minorenne Ruby.
E i particolari che emergono, soprattutto per quanto riguarda Ruby, sono tanti. Non soltanto per l’età del primo incontro con la ragazza marocchina, ma anche perché c’è un conto preciso degli incontri sessuali che avrebbe avuto con Silvio Berlusconi. Rubi, vero nome Karima El Mahroug, secondo quanto scrivono i pm negli atti ha compiuto «atti sessuali con Silvio Berlusconi, dietro pagamento di corrispettivo in denaro e altre utilità» 13 volte.
C’è anche un elenco dettagliato degli incontri, tutti avvenuti ad Arcore «nelle date del 14 febbraio, 20 febbraio, 21 febbraio, 27 febbraio, 28 febbraio, 9 marzo, 4 aprile, 5 aprile, 24 aprile, 25 aprile, 26 aprile, 1 e 2 maggio 2010».
L’inchiesta riguarda Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora, che devono rispondere di induzione e favoreggiamento della prostituzione. Ma ovviamente i particolari degli atti toccano direttamente anche il premier Silvio Berlusconi, per il quale, in un altro processo, l’accusa è quella di prostituzione minorile e concussione.
L’ambito temporale delle accuse che riguardano Fede, Mora la Minetti si è ampliato: evidentemente gli inquirenti ritengono che ci sia stata una «gestione» della ragazza cominciata prima di quando, il 14 febbraio 2010, Ruby partecipò a quella che, secondo le notizie emerse nel corso dell’indagine, è stata la sua prima serata ad Arcore.
C’è un altro particolare che emerge dall’avviso di conclusione delle indagini: il reato di induzione alla prostituzione sarebbe proseguito fino al gennaio 2011, quindi i tre avrebbero continuato anche a inchiesta già in corso. Il favoreggiamento invece si estende dal settembre 2009 fino al maggio 2010.
L’ipotesi dei tredici incontri di natura sessuale fra il presidente Berlusconi e Karima El Mahroug è contetsta, con una nota da Niccolò Ghedini, avvocato del premier. «Si tratta -dice- di ricostruzioni fattuali, illogiche, inverosimili e che non potranno che dimostrarsi inesistenti al primo vaglio processuale».
Le ipotesi di reato contestate dalla procura di Milano a Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora non hanno fondamento secondo Ghedini che dice: «Mai sono avvenuti i fatti descritti, mai il presidente Berlusconi si è trovato coinvolto in situazioni quali quelle prospettate. Si è sempre trattato di incontri conviviali più che corretti e senza nessuna implicazione sessuale come è stato testimoniato da decine e decine di persone presenti».
Barzellette? Serate innocenti con dopocena a base di canzoni napoletane e conversazioni? Se questo era il «bunga bunga» versione Berlusconi, i pm di Milano mostrano di non crederci. La loro ricostruzione è negli atti di chiusura dell’inchiesta. La cena, in effetti, c’era, sostengono.
Era il preludio cui seguivano altre due momenti ben definiti. E l’ormai famoso «bunga bunga» era la seconda parte della serata. «Una prima fase prevedeva una cena, una seconda fase definita “bunga bunga” si svolgeva all’interno di un locale adibito a discoteca dove le partecipanti si esibivano in mascheramenti, spogliarelli e balletti erotici toccandosi reciprocamente ovvero toccando e facendosi toccare nelle parti intime da Berlusconi» scrivono i pm.
E dopo? Dopo seguiva «una terza fase» che, scrivono i pm «consisteva nella scelta da parte di Silvio Berlusconi di una o più ragazze con cui intrattenersi nella notte in rapporti intimi, persone alle quali venivano erogate somme di denaro ed altre utilità ulteriori rispetto a quelle consegnate alle altri partecipanti».
Un programma, quello delle serate di Arcore, che secondo i pm le ragazze conoscevano. Tutte le 32 frequentatrici delle feste venivano informate sulle ricompense e «sulla natura e finalità delle serate».
Le ragazze, scrivono i pm, «venivano informate sui corrispettivi e le altre utilità economiche che avrebbero ricevuto a fronte della loro disponibilità sessuale, nonché istruite sulle modalità comportamentali da assumere, sulla natura e finalità delle serate, con particolare riferimento alle tre fasi in cui erano articolate» le feste.

La voglia: Tanghentopoli parte quinta

Alzi la mano colui il quale davanti a una così


quasi quasi non gli viene la voglia...

oppure a una così 



quasi quasi non gli viene la voglia... 

o ancora a una così




quasi quasi non gli viene la voglia... 


E dai! siamo franchi,siamo sinceri, si tratta di belle gnocche, dicendola con accento milanese. Tutte queste donne, in un modo o nell'altro, hanno avuto a che fare con Berlusconi. 
Dice un vecchio proverbio toscano: tira più un pelo di fica  che cento carri di buoi.
Seggezza popolare. Proprio vero, comunque. In questa vicenda dai toni grotteschi la cosa che lascia perplessi, almeno a uno come me, non è il fatto che il Satrapo Berlusca spenda e spanda per mignotte, escort, trans, travestiti o chissà che altro. Dei gusti sessuali del Premier (ma chi l’ha coniato un temine così orrendo?) non me ne potrebbe frega’ de meno. Quello che mi fa specie è che abbia telefonato per una ragazzetta alla questura di Genova per farla rilasciare. A Napoli direbbero: ha fatto proprio ‘na strunzata! E difatti, da quella sciocca telefonata è nato lo scandalo del momento, da me battezzato Tanghentopoli per contrapporlo a Tangentopoli. Lì era una questione di tangenti, qui di mutandine, ovvero di tanga. Lì costruivi e facevi carriera con le bustarelle, qui diventi assessore o consigliere con il mezzo busto. Però buttarla sul piano prettamente ed esclusivamente sessuale è sbagliato. Morale pubblica, pubblica decenza, sì va bene, ma tutto sommato, in questo marasma, chi se ne frega! Se un Governo o un intero Parlamento deve scivolare sugli umori residui di una fellatio siamo proprio agli sgoccioli, e il caso di dirlo. Un governo cade perché non sa governare. Da anni siamo mal governati, ognuno di noi da quando è nato, presumo. Io appartengo alla generazione nata negli anni sessanta. Non ho goduto di granché, sono passato dai democristiani direttamente in pasto ai forza-italioti passando per il decisionismo craxiano. Non passerò alla storia come qualcuno che ha goduto della migliore classe dirigente del tempo. La migliore classe dirigente di ogni tempo, però è una esperienza tutta italiana, alludo a quella dell’Antica Roma. Soprattutto nel periodo mariano prima che esplodesse il caso Silla. Ma anche Silla è stato un ottimo dirigente. Ora invece abbiamo i La Russa. I La Russa??? I Gasparri... I Gasparri??? I Bondi... I Bondi??? Chi è stato l’ultimo grande statista italiano? Vediamo… penso dobbiamo arrivare a Mussolini. Attenzione, non sono di destra. Ma bisogna riconoscere al fascismo una capacità aggregante unica fino a poco prima della entrata in guerra. Un evento irripetibile, mi pare.
Abbiamo fondato le Università, e questi (i politici) le hanno affondate; abbiamo costruito magnifici monumenti e questi li stanno facendo crollare; abbiamo costituito il Diritto Romano e questi lo stanno affossando. Stiamo, cioè, perdendo il senso del racconto e della storia. La nostra storia. Il nostro racconto.
Vediamo con oggettività alle cose: se questa messinscena da boudoir fosse accaduto a uno di sinistra, i filo berlusconiani avrebbero fatto peste e corna per farlo dimettere. Ma l’incidente di percorso è accaduto proprio a lui in persona. Dunque, il ragionamento cambia, e difendono a spada tratta l’indifendibile. Ovviamente, sarebbe accaduto forse la medesima cosa al contrario. Uno dice, va beh, è la logica della politica. Ma quale logica? Quando una cosa è sbagliata è sbagliata. Allora vuol dire che non porti avanti le tue idee, la tua coscienza, la tua Weltanschauung. Non sei coerente, non credi in quello che dici, quindi neanche in quello che fai. Porti avanti solo gli interessi di partito e quelli tuoi privati. Non hai la moralità robesperriana, cioè incorruttibile per cui se vedi l’errore te ne allontani e cerchi di emendarlo.


Ragazzi, l’Italia è il nostro paese, dobbiamo esserne orgogliosi. Queste vecchie mutande, mandiamoli in pensione. Aria nuova, aria fresca. Perché se penso alle solite facce…


Una rivoluzione armata proletaria?  


Quasi quasi te ne viene la voglia.

Un colpo di Stato alla Junio Valerio Borghese?


Quasi quasi te ne viene la voglia.

Una moderna presa della Bastiglia? 



Quasi quasi te ne viene la voglia.

Una nuova marcia su Roma? 


Quasi quasi te ne viene la voglia.



Urca che sventola

Urca, che sventola! Tanghentopoli parte quarta.

Senza alcun pensiero, libero nello spirito, lieto nell’animo, seguo le vicissitudini del Re di Pottersville e dello scandalo che lo ha coinvolto: Tanghentopoli. 


In questo nostro Stivale dove regna la pace e l’armonia, la regina dei sogni di oggi è: Sara Tommasi. Altra magnifica scoperta del talent scout, Berlusconi, che tra una orgetta all’Olgettina e una palpata al Parlamento, un poco pensa anche a noi. Ed eccola in tutta la sua magnificenza, la Saruzza nostra.


Urca, che sventola!


Faccela vedere meglio, Presidente:


Ariurca, che sventola!

In questo bellissimo Paese di fregne, di fregnoni, e di fregnacce, a nulla voglio pensare...

ULTIMISSIME!!!
"Chi è? Che vuoi?"

Pioggia di multe in Italia: più di mille ogni ora

GLI AUTOMOBILISTI PAGANO 132 EURO A TESTA, UN MILIARDO DI EURO L'ANNO

Possiamo dirlo tranquillamente, l'Italia è una repubblica fondata sulle multe. Ogni vigile ne fa mediamente 520 all'anno, ogni minuto vengono sanzionati 18 automobilisti, che diventano 26 mila in 24 ore, dieci milioni in un anno intero, 1087 ogni ora. Alla fine chi guida paga per le infrazioni132 euro all'anno in media, dal neopatentato al novantenne. In tutto faun miliardo di euro

Numeri sconcertanti che emergono da uno studio della Fondazione Caracciolo, a cui va il merito di avere fatto luce su un fenomeno che ormai sembra non avere limiti.
Urca, che sventola!

ULTIMISSIME!!!
"Ancora?"

Pagamento tasse: gli italiani i più tartassati dell’UE

Mercoledì, 10 Novembre 2010.

Eurostat assegna all’Italia un triste primato. Quello di Paese Ue dove è più alto il carico fiscale sul lavoro. Il peso delle tasse, inteso come imposte più i contributi sociali, sui redditi da lavoro è al 42,8% seguita dal 42,6% del Belgio, dal 42,4% dell’Ungheria e dal 42,1% della Svezia.
 
In sintesi nel nostro Belpaese si pagano più tasse, ma si ricevono meno servizi. 

Urca, che sventola!

ULTIMISSIME!!!
"Ti prego basta!!!"

LA SCUOLA ITALIANA SECONDO L’OCSE: COSTI ELEVATI PER RISULTATI MEDIOCRI

L’indagine effettuata dall’OCSE rivela come la scuola italiana sia caratterizzata da una serie di debolezze che riguardano le performance mediocri degli studenti, quanto l’assenza di una carriera basata sul merito per gli insegnanti e per i dirigenti scolastici e l’assenza di misure volte a sostenere pari opportunità educative per gli studenti a prescindere dalle condizioni socio-economiche delle famiglie di provenienza. Andiamo per ordine. A caratterizzare negativamente la scuola italiana è in primo luogo il rapporto costo-efficienza: a fronte di una spesa per studente piuttosto alta, nelle valutazioni internazionali gli studenti italiani ottengono risultati fra i più bassi rispetto alle controparti dei paesi dell’area OCSE.
Urca, che sventola!
ULTIMISSIME!!!
"Crudele!!!"
Debito pubblico italiano 2010
Per colpa di cattive amministrazioni ed eccessivi sprechi nel corso degli ultimi decenni dal dopoguerra a oggi il debito pubblico è sempre salito e continuerà a salire anche nel 2010 arrivando a superare il 112% nel classico rapporto Debito/Pil.


L’Italia insieme ad altri due paese africani è lo stato più indebitato del mondo e fino a qualche anno fa aveva la compagnia dell’Argentina che però ha dichiarato fallimento arrivando a cambiare persino la propria moneta e con questa mossa il debito pubblico si è cancellato, ma ha milioni di persone e centinaia di banche mondiali che chiedono di essere rimborsati.
Urca, che sventola!
No, non mi importa nulla di tutto ciò. Io voglio sognare, sognare, sognare. Come faceva mio nonno, come faceva mio padre...



Pottersville:Tanghentopoli, parte terza: ma il cielo è sempre più blu

Continua il più bello scandalo che mai una Repubblica felice abbia avuto. Quelle che il tanga... quelli che trombano... quelli che rosicano...
Una volta eravamo depressi e avevamo Tangentopoli, vi ricordate?


Ecco le immagini che dovevamo sorbirci: costui è Arnaldo Forlani, al processo era verde, giallo e bianco come un cadavere. Altri tempi. Oggi, tutto è cambiato. La nuova immagine è questa:



 Uomini dinamici, volitivi, vincenti. E noi tutti siamo felici. Senza pensieri. Sorridenti. E se proprio uno scandalo deve esserci, allora sarà un piccolo scandalo, uno scanda... letto. E lo scandaletto del momento è, per l'appunto: Tanghentopoli.


Ah, che soddisfazione! Questa sì che è vita! Vi preoccupa qualcosa? Per esempio una notizia come questa:

07/10/2009
Scritto da: Alessandra Farkas alle 23:12


NEW YORK – Università Ivy League addio. Nell’hit parade delle 100 migliori università del mondo compilata annualmente dal Times Higher Education scende per la prima volta il numero di quelle nordamericane (42 nel 2008; 36 nel 2009) mentre cresce la presenza delle università europee (39 sono rappresentate tra le top 100 contro 36 del 2008).

   Nel nuovo mondo globale vacilla insomma il predominio delle esclusive università nordamericane tradizionalmente elitarie della East Coast. Soltanto Harvard mantiene saldamente il primo posto, mentre Yale viene scalzata dal secondo al terzo ePrinceton deve accontentarsi dell’ottavo. Ben quattro istituzioni inglesi si piazzano nella top ten: Cambridge, seconda, la University College of London, al quarto posto prima dell’ Imperial College London Oxford (quinte ex equo). Seguono, a ruota, la University of Chicago, il Massachusetts Institute of Technology (MIT), e il California Institute of Technology (Caltech).
  
Ma dal boom del vecchio continente, purtroppo, è completamente esclusa l’Italia. L'unica università del Bel Paese presente nelle top 200 è infatti l'Università di Bologna che si piazza al 174° posto, davanti alla Sapienza (la più grande università italiana) che è rimasta al 205°, come lo scorso anno. Dalla graduatoria emerge che la performance media delle italiane è peggiorata quest’anno, anche se Bologna e Il Politecnico di Milano hanno entrambe migliorato la propria posizione.

Buone notizie invece per i francesi: la prima università  specialistica di Ingegneria al mondo si conferma l’ École Normale Supérieure – Paris mentre la prima università  specialistica di Scienze Sociali ed Economiche è la London School of Economics. Bene anche l’Asia. Rispetto allo scorso anno due nuove università asiatiche si classificano tra le prime 100, per un totale di 16. (L' Università di Tokio, prima tra le nipponicheè al 22° posto)

  Ormai giunta alla sesta edizione, la classifica pubblicata da THE – QS è usata non solo da studenti e genitori per scegliere il percorso di studio migliore, ma anche dalle aziende per identificare le università dalle quali assumere neolaureati e dagli accademici per selezionare le istituzioni dove lavorare e quelle con cui formare collaborazioni.

Le autorità italiane farebbero bene a riflettere sull'ennesima brutta figura (la graduatoria completa, che include 500 università, tra cui molte italiane, sarà disponibile a partire dalle ore 00:01 GMT del 9 ottobre all'indirizzowww.topuniversities.com.) Magari si può cercare di migliorarla prima del 2010?

Ma che vuole questa? Ma vedi d'anna'! Noi all'Università ci avemo Parentopoli. Se parla de questo e de quello. Ma che te frega. Altro scandaletto. Pensamo ad artro...

Basta ca ce sta 'o sole,
ca c'è rimasto 'o mare,
na nénna a core a core,
na canzone pe' cantá...
Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto...
chi ha dato, ha dato, ha dato...
scurdámmoce 'o ppassato,
simmo 'e Napule paisá!...



Oppure c'è chi vi dice:

ITALIA http://www.ilsole24ore.com/img2007/stelle.gif



Giustizia, Italia agli ultimi posti al mondo per efficienza sistema

di Beatrice Dalia

30 gennaio 2009

«Non possiamo andare avanti così ». È secco il monito del Primo presidente della Corte di cassazione, Vincenzo Carbone, che oggi nella relazione di apertura dell'anno giudiziario, nell'aula Magna del "Palazzaccio", alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, mette in evidenza come il ritardo della Giustizia italiana sia un danno per l'intero sistema-Paese. La classifica internazionale sui tempi processuali contenuta nel rapporto Doing Business che la Banca Mondiale redige per fornire indicazioni alle imprese sui Paesi in cui è più vantaggioso investire, infatti, rivela una posizione dell'Italia davvero penalizzante. Si trova al 156° posto su 181 Paesi nel Mondo quanto a efficienza della giustizia. Addirittura viene dopo Angola, Gabon, Guinea, São Tome e prima di Gibuti, Liberia, Sri Lanka, Trinidad. «La crisi della Giustizia - spiega Carbone - ha conseguenze che vanno ben al di là dei costi e degli sprechi di un servizio inefficiente e si estendono alla fiducia dei cittadini, alla credibilità delle istituzioni democratiche, allo sviluppo e alla competitività del Paese».

Persino l'elevato numero di avvocati, per Carbone, è un sintomo negativo e va capito fino a quando tale abbondanza di operatori sia necessaria a dare giuste risposte alle pretese dei cittadini e quando invece l'assenza di un numero chiuso, come avviene per altre categorie di professionisti, provochi un surplus di domanda di giustizia.

In ogni caso, una delle gravi cause di disfunzione, ad avviso del numero uno della Cassazione, è l'irrazionalità dell'attuale distribuzione delle sedi giudiziarie, che «sfugge ai più elementari principi di buona organizzazione degli uffici pubblici». In attesa di una riforma organica, urge un ripensamento in grado di abbattere gli elevati costi di gestione e il rischio paralisi nei piccoli uffici. Intanto, per esempio, si potrebbero almeno trasformare - subito - in via transitoria, i circa 60 Tribunali periferici in sezioni distaccate del Tribunale del capoluogo di Provincia. Ciò consentirebbe di conservare intatta la rete territoriale, ma di centralizzare in capo al presidente del Tribunale provinciale la gestione del personale e delle risorse, con ben maggiore efficienza e flessibilità, rendendo un servizio migliore, anche nelle stesse sedi distaccate. Considerazioni e suggerimenti "strutturali" arrivano anche dal vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino. Il vertice del Csm ha messo in evidenza, in particolare, la scopertura di circa 200 posti negli uffici delle Procure e di una forte carenza del personale amministrativo e ha chiesto espressamente risposte su questo al ministro Alfano.

L'ipoteca di arretrati con cui la giustizia italiana continua a doversi confrontare è davvero gravosa. Solo nel civile, esiste un "cassetto" di oltre cinque milioni di cause giacenti. E anche nel penale la situazione è di lentezza e sovraccarico. I dati poco confortanti sono ben chiari al Guardasigilli, Angelino Alfano, che nei giorni scorsi ha presentato la tradizionale fotografia della Giustizia al Parlamento. Il ministro, nello spazio a lui riservato nel corso della cerimonia, ha sottolineato però la necessità di «un grande lavoro di squadra», perchè solo così si potranno «superare le difficoltà tecniche e anche quelle politiche». L'obiettivo del Governo è di ridare con urgenza dignità alla giustizia civile per eliminare l'enorme macigno degli arretrati e poi avviarsi a un regime di ragionevole durata che non può più attendere oltre. Per troppo tempo la giustizia civile è rimasta la "sorella povera" del sistema giudiziario a causa dello straordinario impatto mediatico esercitato sull'opinione pubblica dal processo penale. E, a questo proposito, uno dei primi obiettivi del Governo, ha spiegato, è ridare speditezza e garanzie al processo penale, «nel rispetto al contempo delle esigenze investigative e della dignità della persona, coinvolta in quella che troppo spesso diventa una gogna mediatica tanto invincibile quanto insopportabile».

Perfettamente allineato sul punto delle garanzie e della distensione di rapporti, il procuratore generale della Suprema Corte, Vitaliano Esposito, che ha lanciato la forte proposta di istituire, con un intervento normativo ad hoc, un'apposita sanzione ai magistrati per l'inserimento di estranei negli atti del processo. «È ben vero – ha osservato poi Esposito - che il conflitto tra politica e magistratura é rilevabile in qualsiasi società democratica, tanto da portare a definire questo fenomeno come espansione globale del potere giudiziario. Ma l'incontro-scontro tra il mondo giuridico e quello politico genera sconcerto nell'opinione pubblica. E la credibilità della giustizia si dissolve laddove questo scontro si incunei all'interno della stessa magistratura».

Prima dell'intervento conclusivo dell' Avvocato generale dello Stato, Oscar Fiumara, la parola è andata al presidente del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa. Proprio l'avvocatura, consapevole della vera situazione di crisi della giustizia, è pronta ad assicurare un contributo concreto alla soluzione dei problemi, guardando con favore alla creazione degli organismi di conciliazione previsti dal provvedimento di riforma ora in discussione al Senato (As1082).



Aritanghete! Un'altra alla quale piace crogiolarsi nei problemi. Ma che t'importa! Noi abbiamo la cucina migliore del mondo, abbiamo il cielo più blu!


Continua lo scandalo a Pottersville (La città delle potte); Tanghentopoli parte 2




Ostaggio:
Gente gente aita ita!
La Nazion nostra è assai ferita!
Oh misero Presidente, oh povero Cavaliere,
ricattato da donne sì scaltre e sì fiere.
Una di esse, la più ragazzina
(e fors’anche la più sgualdrina),
per tacere e per starsene zitta
vuole  4 milion sull’unghia ritta!!!
Al nostro Presidente del Consiglio,
4 milioni pe’ manco un figlio?
E dove li prende il poverello
gli cascan forse dall’alberello?
Orsù popolo, orsù gente ,
famo colletta pel  Presidente.
Ma voi pure, nobili  cavalieri,
amici di oggi, amici di ieri
armate il brando e lancia in resta,
rifiuto opponete a cotal cresta:
difendete dalle streghette
Presidente ormai alle strette!
Animo prode Cicchitto
E pure voi  Bel Pietro l’invitto
Chiamate a raduno, chiamate a raccolta
Tutta la gente di vostra scolta
Fedele Emilio… tu proprio no
Da te aiuti neanche un po’
Tu troppo bramasti
e poi macchinasti
per fare cadere in tranello
a Presidente sì poverello,
che tu sia dannato e arcidannato,
e come il Cagliostro poi condannato
nella fossa della castella
a rimembrar la vita bella!

Ed ecco che ben armati e sguardi  fieri
partiron per la pugna i cavalieri.
Severo il ceffo, austero il cipiglio
Ma  OOOOOOPS!!!
davanti alle nemiche lo scompiglio

… 

“Certo.. contro tali argomenti…
Avremmo un po' po’ di turbamenti .
Ora  vedremo, sopperemo
Per il momento  sorvoleremo! ”

Ah che disfatta,
ah che sconfitta!
L’armata tutta
è ormai in rotta!
L’ha vinta di brutta
il pelo di potta!



Che il motto de lo Popolo sempre sia:
Fora  le sgualdrine da casa mia!